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Nel 2016, grazie all’interessamento dell’UTTAT
di Nettuno, il Prof. Alberto Sulpizi ha curato la stampa delle memorie del
Paracadutista reduce di El Alamein Santo Pelliccia, da anni residente sul
territorio e protagonista “in divisa” di tante manifestazioni patriottiche.
La sua recente dipartita per la Patria del
Signore ha posto in essere una gara di solidarietà unica per ricordare le gesta
di un combattente italiano orgoglioso della sua scelta di Volontario di Guerra.
In questo contesto, il fatto che il suddetto libro – Santo Pelliccia. Ricordi di un soldato – fosse ormai da tempo
introvabile costituiva un “limite”.
Il Dott. Pietro Cappellari, Ufficiale
riservista dell’Esercito, amico di Pelliccia con cui condivideva la passione
per le truppe aviotrasportate e curatore nel libro del Prof. Sulpizi di un
pregevole saggio sulla “passione” degli Italiani per l’Africa Settentrionale, si
è messo alla “caccia” per ritrovare qualche copia. Grazie al suo interessamento
è stato possibile reperire alcuni volumi, “scampati” alla caccia dei
collezionisti. Le memorie del Paracadutista di Nettuno sono state donate alla
biblioteca dello Stato Maggiore dell’Esercito, dove saranno conservate per le
generazioni future, simbolo del valore del soldato italiano in guerra, simbolo
della fedeltà agli ideali di Patria ed Onore.
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Nel nome di Fiume d’Italia presentato uno
studio sul diciannovismo e la questione adriatica
Venerdì 13 Settembre 2019, all’interno
delle celebrazioni per il Centenario dell’Impresa di Fiume, il Dott. Pietro
Cappellari ha tenuto una lezione di storia presso il Museo della Terra Pontina
di Latina, dove è stata allestita una mostra sull’epopea dannunziana. L’esposizione
temporanea, magistralmente curata dall’Avv. Cesare Bruni – fine studioso di
storia patria e Presidente dell’Associazione “Gabriele d’Annunzio” di Latina –,
è la più importante mostra organizzata in Italia con materiale proveniente da
archivi privati, cosa ne fa uno straordinario gioiello culturale unico nel suo
genere, vanto dell’attività pluriennale del Museo ospitato nella storica sede
dell’Opera Nazionale Combattenti di Latina.
Introdotto dalla Direttrice del Museo
Dott.ssa Manuela Francesconi e dall’Avv. Bruni, Cappellari ha esposto le
vicende fiumane in un’ottica storica, libera dalla sudditanza al politicamente
corretto, evidenziando la natura eversiva ed anarco-nazionalista dell’evento,
che certamente non può essere confuso con il ’68. Davanti ad una sala gremita
in ogni ordine di posto, il ricercatore ha poi illustrato le fasi politiche
della Reggenza del Carnaro e come la Carta emanata da d’Annunzio fosse un testo
essenzialmente poetico, prima che politico, forte da suscitare un mito,
straordinaria per quello che sapeva trasmettere più per quello che conteneva.
Questa energia rivoluzionaria, conclusa l’occupazione di Fiume si riversò
integralmente nel nascente squadrismo fascista.
Cappellari ha demitizzato il fenomeno degli
Arditi del Popolo (tra cui gli Arditi di Guerra erano delle mosche bianche, pochissimi
elementi ininfluenti), ma anche dei cosiddetti Legionari “antifascisti”, cosa
che allora venne considerata un’idiozia e una contraddizione in termini, in
quanto gli stessi Legionari che si muovevano contro Mussolini si consideravano
i veri fondatori del fascismo. Comunque una minoranza trascurabile davanti al
fenomeno di massa dei Legionari fiumani che – disattendendo anche gli ordini di
d’Annunzio in proposito – non solo aderirono con entusiasmo ai Fasci, ma si
fecero promotori della costituzione delle squadre d’azione fasciste, portando
al loro interno tutta la loro carica rivoluzionaria e – non dimentichiamolo –
tutti quei riturali acquisiti a Fiume. Infine, un’ardita interpretazione dell’antifascismo
militante di Alceste De Ambris che, come ricordò il repubblicano esule
antifascista Carmelo Puglionisi, non rimase insensibile alla rivoluzione
corporativa che il Governo di Mussolini lanciò negli anni ’30. Solo la sua
morte pose fine a questa “evoluzione”.
Tutte tematiche che hanno trovato ampia
documentazione ed esposizione nel libro di Cappellari Fiume trincea d’Italia – 680 pagine, 1.400 persone citate, 1.600
note al testo – incredibilmente esaurito pochi minuti dopo l’apertura della
conferenza, tanto che si dovrà tenere una nuova lezione per soddisfare le
numerose richieste rimaste inevase.
I patrioti si sono recati presso il
cimitero civile di Nettuno, dispiegando una bandiera di Fiume d’Italia davanti
alla tomba Nardini, che reca un epitaffio autografo di d’Annunzio ed oggi
rappresenta il luogo più dannunziano dell’intera cittadina, dove pure il
Poeta-eroe soggiornò a lungo.
Nell’ambito del recupero della figura del
Vate d’Italia, il Comitato proporrà all’Amministrazione di fregiare Nettuno del
titolo di “Città dannunziana”, promuovendo una serie di iniziative sul
territorio, come l’apposizione di una lapide ricordo su Villa Borghese, la
ridenominazione di piazza della stazione a Gabriele d’Annunzio (come lo fu fino
al 1945), la costruzione di un monumento al Poeta-eroe, l’intitolazione del
futuro teatro a d’Annunzio e l’istituzione di un apposito premio letterario a
tema patriottico.
In questo contesto, il Comitato ha chiesto
nuovamente la monumentalizzazione del vecchio cimitero, salvando dalla
distruzione selvaggia gli antichi sepolcri dei nettunesi, e dato appuntamento a
tutti i patrioti al 5 Ottobre, quando sarà posta al Monumento ai Caduti una
rosa in omaggio della martire istriana Norma Cossetto, stuprata ed uccisa dai
partigiani comunisti. Referente per la manifestazione è stato designato il
Dott. Pietro Cappellari, già promotore dell’istituzione a Nettuno del Parco
della Rimembranza dei Martiri delle foibe.
Scipione di Torrealta
Blitz commemorativo davanti al municipio di Fiume. Realizzato dai
Lanzichenecchi, nell’ambito del Comitato Pro Centenario, subito dopo la
mezzanotte del 12 Settembre, a un secolo esatto dalla Marcia dei Legionari
guidati dal Poeta soldato Gabriele d’Annunzio. Un’impresa storica ed epica che
oltre a fornire linfa vitale alle genti italiche produsse il capolavoro
futur-ardito della Carta del Carnaro.
Analogo bltiz commemorativo è stato compiuto nella mattina del 12 Settembre al Colle delle
Arche del Vittoriale, dove riposano – nell’attesa della resurrezione
rivoluzionaria – il Comandante e suoi fedelissimi Legionari.
Il 9 Settembre 1943, nel caos e nella
confusione seguita alla resa incondizionata – e del conseguente passaggio al
nemico – del Regno d’Italia, si presentarono alla porta carraia dell’allora
Caserma “Piave” due Plotoni germanici, chiedendo il disarmo immediato di tutti
i militari presenti. Durante i concitati momenti ad un Artigliere italiano
partì un colpo in direzione dei Tedeschi. Ciò causò la reazione di un
mitragliere germanico che, appostato sul tetto di Villa Donati, spazzò il
piazzale della Scuola con alcune raffiche di mitra, provocando la morte di
cinque soldati del Regio Esercito. La Scuola si arrese ai Tedeschi alcune ore
dopo, in seguito ad un ordine superiore impartito dal Comandante Colonnello Bruno
Toscano.
Altri scontri – che coinvolsero dei civili
– si registrarono su tutto il territorio di Nettunia, in particolare nella zona
del porto, dove elementi del locale Battaglione Camicie Nere – coadiuvati da
altri militari, tra i quali il “Giovane Fascista” nettunese Augusto Rondoni –
respinse valorosamente il tentativo di occupazione germanico. Tra le loro fila
si registrò anche la più giovane vittima dei conflitti: la Camicia Nera
Domenico Carrozza.
In occasione del LXXVI anniversario degli
scontri, il Generale Maurizio Pugliese dell’Associazione Nazionale Volontari di
Guerra, su iniziativa del Tenente riservista Dott. Pietro Cappellari,
ricercatore e primo cronista degli eventi post-armistiziali a Nettunia, con il
contributo del Comandante Bruno Sacchi dell’Associazione Nazionale Arditi
d’Italia, hanno deposto un mazzo di fiori ai piedi del Monumento ai Caduti di
Nettuno, per non dimenticare i nove soldati del Regio Esercito sacrificatisi
per l’onore della Bandiera e della Patria in quei giorni di Settembre del 1943
sul territorio di Nettunia.
Era nell’aria da alcune settimane, l’8 Settembre scorso l’ufficializzazione: nasce il “Fabio Casolari Dream Team” di Bodybuilding. Il famoso atleta anziate Fabio Casolari ha formalizzato la nascita di quella che sembra una delle più promettenti squadre di culturismo che il litorale laziale possa schierare nelle prossime competizioni.
Fabio Casolari vanta da solo un curriculum sportivo eccezionale, essendo uno dei migliori “giganti” della IBFA: già Mr. World nel 2009 e nel 2012 e già Mr. Universo nel 2015, negli ultimi due anni è stato Campione mondiale (2018), Europeo (2018 e 2019) e di nuovo Mr. Universo (2018). Ora, non abbondonando l’agonismo, si è messo a disposizione dei giovani gladiatori che intendono intraprendere la dura via del bodybuilding, fatta di sacrifici costanti, alimentazione “militare” ed allenamenti quotidiani: tutti i giorni, 24 ore su 24 “in preparazione”. Una scelta che ben pochi possono fare, uno sport certamente riservato ai migliori, dove i primi risultati si vedono dopo alcuni anni di impegno quotidiano.
Alla squadra hanno già aderito la pluricampionessa Michela Sabatini, Luigi Facchini, Dario D’Andrea e non ultimo l’emergente leone Alessio Casolari, figlio di Fabio, promettente stella del culturismo anziate. Per l’occasione è stato anche trovato un nuovo spazio per gli allenamenti, attrezzato ed organizzato appositamente per le preparazioni atletiche per le gare di bodybuilding: l’American Body, in Via di Valle Schioia n. 83, a Lavinio.
Ufficio Stampa
American Body
Lavinio
Le responsabilità franco-britanniche nel declino dell’Europa
Con le
dichiarazioni di guerra degli Imperi francese e britannico alla Germania del Lucky Bre Wouomo Emmie Btuttiet Flat, Bright bianca, 6 M US, il Vecchio Continente sprofondava in quello che passò alla storia come il
Secondo conflitto mondiale.
Tuttavia, questa
data è stata rimossa dai manuali di storia, intenti ad attribuire al Reich la deliberata volontà di scatenare
una guerra planetaria dagli esiti apocalittici. E, infatti, oggi nessuno mette
in discussione la data del 1° Settembre 1939 come data di inizio di quel
conflitto.
Ma cosa accadde
veramente questo giorno?
Prima il lettore ci tolleri una breve “retrospettiva”. Dopo la conclusione della Prima Guerra Mondiale, la Germania – come gli altri Stati sconfitti – venne duramente punita. La Pace di Versaglia, che – come vedremo – provocherà un’instabilità tale da condurre ad un secondo conflitto, venne studiata appositamente per garantire l’egemonia dei due Imperi-guida che avevano trionfato, anche a discapito dell’Italia, che della coalizione vincente faceva pur sempre parte. Francia e Gran Bretagna decisero di punire la Germania e, tra le varie vessazioni imposte al Reich sconfitto, vi fu quella della costituzione della Libera Città di Danzica (Danzig), che de iure spezzava in due la continuità geografica della Germania e de facto permetteva l’incunearsi della Polonia in territorio tedesco, fino al Mar Baltico (all’epoca la Polonia era uno Stato continentale e non aveva accessi al mare). Il tutto accompagnato dalla formazione artificiale di Stati-antagonisti, come la Cecoslovacchia (per la Germania) e il Regno Serbo-Croato-Sloveno (per l’Italia).
Il ritorno alla
Madre Patria di Danzig fu sempre nell’agenda di tutti i Governi germanici, ma
la debolezza dello Stato tedesco e l’incapacità degli amministratori della
Repubblica di Weimar frustrarono ogni ipotesi di “ritorno”. Le cose
cambiarono con l’avvento al potere del Partito Nazionalsocialista dei
Lavoratori Tedeschi, i cui sostenitori si diffusero massicciamente anche in
tutti i territori irredenti del Reich.
A Danzig (95% di
popolazione di origine germanica) i nazionalsocialisti ottennero subito la
maggioranza e si schierarono compattamente per il ritorno alla Madre Patria.
Nel 1938, un referendum condotto
sotto controllo di osservatori neutrali della Confederazione Elvetica confermò
in maniera schiacciante – se ce ne fosse stato il bisogno – il desidero della
città tedesca di riunirsi al Reich.
Danzig irredenta per i Germanici divenne un simbolo, come Trieste, Trento e – soprattutto – Fiume irredente lo erano state per gli Italiani. Francia e Gran Bretagna, che ostacolavano il sorgere della potenza “concorrente”, fecero blocco e si schierarono nettamente contro ogni mutamento dei confini imposti alla Germania dal Trattato di Versaglia.
Nell’Ottobre 1938, Hitler – ormai sempre più orientato verso una soluzione militare del “problema di Versaglia”, costasse quel che costasse (cfr. Anschluss e “liquidazione” della Cecoslovacchia) – chiese ufficialmente alla Polonia la restituzione di Danzig. Il Governo polacco, nel timore di perdere il suo unico accesso al mare e forte dell’appoggio internazionale, rifiutò sdegnosamente. I continui rifiuti della Polonia alle pressanti richieste tedesche, fecero comprendere ad Hitler che per salvaguardare i diritti del popolo di Danzig – e della stessa Germanica – l’unica soluzione doveva essere affidata alle armi. L’ala oltranzista, a quel punto, prese il sopravvento nel Reich. E il tutto precipitò verso il drammatico punto di non ritorno.
Il 23 Agosto 1939,
il Reich concluse un trattato di non
aggressione con l’Unione Sovietica (cfr. Patto Molotov-Ribbentrop), il cui
obiettivo fu quello di neutralizzare il forte esercito della Polonia con un
duplice attacco: da oriente e da occidente. L’URSS, come pegno per il suo
intervento al fianco della Germania, alla fine si assicurò addirittura il
possesso di 2/3 dell’intero territorio polacco!
Il Governo della Polonia, consapevole della situazione, ma ancora sicuro di poter giocare le sue carte, proclamò la mobilitazione generale, respingendo anche l’ultima “ragionevole proposta” – come venne definita dalla Gran Bretagna – della Germania. Stanche di pazientare e provocate dall’atteggiamento intransigente dei Polacchi, il 1° Settembre, le Divisioni tedesche e un contingente della Repubblica Slovacca attaccarono. Probabilmente, molti in Germania credettero di poter localizzare il conflitto e che i Francesi e Britannici non sarebbero intervenuti in difesa della Polonia provocando l’inizio di un conflitto mondiale dagli esiti catastrofici. “Morire per Danzica?”. Ovviamente, la risposta fu consequenziale, quanto naturale. In specie dopo le recenti prove di forza del Reich in Austria e in Cecoslovacchia (in quest’ultimo caso si andò ben oltre il pattuito alla Conferenza di Monaco sui destini di questo Stato artificiale, cosa che lasciò tutti perplessi sulle reali volontà del Reich nella sua “marcia verso l’Est”, ma nessuno intervenne per contestare il fatto compiuto che sconfinò nella provocazione).
Il 3 Settembre 1939, Francia e Gran Bretagna utilizzarono questo conflitto “locale” per dichiarare guerra alla Germania, sapendo benissimo di scatenare una guerra mondiale. Le alte probabilità che nel conflitto potesse essere coinvolta anche l’Italia – legata al Reich dal Patto di Acciaio – fanno ipotizzare che i due Imperi francese e britannico volessero liquidare non solo la potenza continentale tedesca, ma anche quella italiana, la cui espansione marittima nel Mediterraneo e coloniale in Africa turbavano ed irritavano le diplomazie dei due Governi democratici. Del resto, Francia e Gran Bretagna decisero di attaccare solo la Germania e non l’URSS le cui Armate, dal 17 Settembre 1939, dopo aver violato il trattato di non aggressione russo-polacco, “scorrazzavano allegramente” in Polonia (dando inizio a quella serie di massacri e deportazioni che ebbero il loro apice nel massacro Katyn, tragedia poi – ovviamente – addossata ai Tedeschi).
Che la difesa della
Polonia fosse stata solo un pretesto per scatenare una guerra mondiale in
funzione anti-germanica ed anti-italiana è dimostrato dal fatto che, nel
Febbraio 1945, quando l’URSS chiese agli Alleati formalmente di inghiottire
nella sua zona di influenza tutta l’Europa orientale – compresa la Polonia –,
le “candide vestali” della democrazia britannica e francese accondiscesero al
progetto, tradendo altresì i soldati dell’Armata polacca che combattevano
valorosamente al loro fianco in Italia, nella speranza di tornare un giorno
nella loro Patria, libera da ogni straniero.LUDAGED Sautope da Donna con Tacco Alto Sautope da Donna Calzature Moda Donna Sautope da Donna Taglia 34-47LugzMDRPT-025 - Drifter Peacoat Uomo
La Seconda Guerra Mondiale arriverà ben presto a coinvolgere il Giappone, che nella sua espansione stava travolgendo gli interessi franco-britannici-statunitensi in Asia. Si ricordi che l’Impero del Sol Levante era in guerra “locale” con la Cina fin dal 7 Luglio 1937. Strano che anche questa data non venga utilizzata come data di inizio del Secondo conflitto…
Francia e Gran Bretagna fecero molto male i loro conti. L’esercito francese – il più forte del mondo nel 1940 – venne travolto dalle Divisioni corazzate del Reich con una rapidità impressionante, mentre quello inglese – che vantava la Marina da guerra più forte del mondo – dovette ben presto chiedere aiuto ai “cugini” statunitensi. L’entrata in guerra degli USA – che da tempo aspiravano ad un conflitto mondiale per far rientrare la crisi decennale, per eliminare la minaccia giapponese ed imporsi come Stato-guida – determinò la svolta. Ad essere travolte dallo schiacciante strapotere statunitense, però, non furono solo le Armate dell’Asse – che resistettero comunque per cinque lunghi anni -, ma anche i sogni di gloria britannici (quelli francesi, oramai, erano sepolti da un pezzo).
L’Inghilterra si troverà così a vincere una guerra sapendo di averla persa politicamente. Questo declinò porterà con sé il crollo dell’intera Europa, oggetto della duplice occupazione sovietico-statunitense.
Ivo,
evito una ipocrita scrittura formale, visto che sono molti anni che ci conosciamo e il nostro rapporto è sempre stato contrassegnato da correttezza e, almeno credevo fino a qualche ora fa, da stima reciproca.
Non è mio stile affidare delle precisazioni alla penna, avendo sempre preferito rivolgermi al mio interlocutore guardandolo negli occhi, ma essendo impegnato in una vacanza studio sull’Appennino, altro non posso fare, rimandando al mio ritorno più esaustive spiegazioni.
Un amico comune mi segnala un trafiletto comparso su “Il Granchio”, in cui un piccato quanto anonimo articolista si sdegna delle dichiarazioni lusinghiere che il Vicesindaco di Nettuno ha avuto nei miei confronti, evocando l’ondata di isteria fasciofoba che colpì Nettuno nel Gennaio scorso. Isteria della quale ebbi delle sommarie informazioni essendo in quei giorni in Umbria per una ricerca e non essendo lettore di giornali locali (non mi interessano le partite scapoli-ammogliati ne le recite dell’asilo) come ben lontano dai social (dove si agitano diversi psicotoci).
Rimango sempre colpito dalla supponenza di coloro che si arrogano il diritto di decidere chi può parlare e chi no, chi può partecipare ad un evento pubblico e chi no, ammantandosi di democrazia e vivendo come illiberali nel rancore della loro solitudine. Ma ancor più sorpreso rimango nel constatare l’utilizzo di una foto e di una battuta goliardica per scatenare una inconsistente polemica politica, una foto – e tu lo sai benissimo visto che quel giorno tu c’eri! – pubblicata sul profilo di tale Primo Arcovazzi, ossia un profilo goliardico di Ugo Tognazzi, insieme a tante altre di cui nessuno ha mai saputo nulla, non potendo essere utilizzate per la campagna d’odio politico in atto. Ti ricordi la foto con l’atleta afro-americano con tanto di stella di David al collo in cui eravamo allegramente abbracciati, in quella che era una semplice carnevalata? No certamente. Sono sicuro che saresti sceso in campo in difesa della realtà dei fatti. Invece no. In quella festa di carnevale è stato commesso un affronto! Lutalica Stivaletti tuttia Caviglia da Combattimento in Pelle Unisex con Punta Arrossoondata e Stile classeicoLuxury moda Kendtutti + Kylie Donna MCGLCAT000005065E argentoo Decolleté Stagione Outlet.
Ma ancor più perplesso mi lascia il linciaggiaggio cui é stata sottoposta una delle più brave ed oneste dirigenti che il Comune di Nettuno abbia mai avuto: la Dott.ssa Di Fede. È stata utilizzata una foto di carnevale isolata dal contesto per linciarla, nonostante io non avessi avuto mai rapporti con lei, ne con l’Università civica… visto che – come avreste dovuto sapere – io scrissi solo al Commissario e mai ad altri enti o dirigenti.
Ivo! In base alla deontologia che ogni giornalista iscritto all’Ordine – cui inviamo questa lettera – sai dirmi dove inizia la libera espressione di un cronista e dove inizia lo sciacallaggio?
Eppure i cari amici avrebbero dovuto sapere che la polemica non riguardava la foto di carnevale… Ma forse la spartizione dei fondi pubblici? Forse la lotta interna a un partito?
Si è trovato il pretesto per infamare una onestà dirigente il cui unico “errore” è quello – oltre ad essere la migliore – di non stare al soldo dei partiti. Ovvio che un dirigente non ricattabile ed indipendente deve essere fatto fuori. Slealmente. Visto che nessuno riesce a sconfiggerla in un regolare concorso pubblico.
“No. No. Solo giusta indignazione per un atto di lesa maestà!”.
É crollato il muro di Berlino cari anonimi redattori. Se un tempo gente come me sarebbe stata messa a tacere dai compagni di Sofri e Battisti, oggi non è più così. Comprendo la rabbia e la disperazione, ma la fasciofobia è roba da psicologi non certo da ricercatori storici.
Difendo la libertà di espressione e di ricerca e sarei felice se qualcuno iniziasse un civile confronto sui crimini della seconda guerra mondiale, sulla RSI, sul Risorgimento, sulle Crociate, ecc.
Per questo invito tutta la redazione – e te Ivo – ad un confronto pubblico sulla storia della nostra città. In nome della libertà, della conoscenza, in difesa degli articoli 3 e 21 della Costituzione che qualche “anonimo” usa ad intermittenza come i led di un albero di Natale in tilt.Luxury Genuine Leather Men Formal sautope Pointed Toe Cow Leather Oxford Men Dress sautope Dimensione 38-48 nero 37LvYuan-ggx Da donna Btuttierine Comoda Tessuto Prima Casual Comoda Nero Viola Blu Piatto, blu, us7.5 eu38 uk5.5 cn38.
Penso ad un convegno di studi storici dove si potrebbero esibire i documenti che contrastano le mie tesi. Quel giorno vi ringrazieró perché io sono defelicianamente revisionista, in primis verso me stesso. Ma se mancassero questi documenti, si correrebbe il rischio di fare la figura del Tribunale dell’Inquisizione giudicante Galilei. Ma a differenza di Galilei io non sono disposto a ritrattare su nulla. Sia chiaro.
Non mi illudo sulla risposta. Del resto chi non conosce la parola “foiba” – ti ricordi Ivo? – chi per anni ha dimenticato l’esistenza del Campo della Memoria, forse di storia mastica poco, preferendo un ben più confortante schieramento ideoligico di parte. Ma i contribuiti non sono pubblici? Ossia di tutti gli Italiani? Anche di quelli che si “proscrive” e si vorrebbe mettere al bando? (Con scarsi risultati visto lo schiaffone morale vibrato dal Vicesindaco di Nettuno).
Aspetto quindi. Anche se conosco la coraggiosa risposta. Ma allora, oltre a guardarvi negli occhi, potrò guardarvi anche dall’alto verso il basso. In piedi sulle macerie del muro di Berlino.
Un abbraccio.
Importante riconoscimento per il ricercatore nettunese difensore
della memoria storica delle vittime dimenticate della Seconda Guerra Mondiale
Il Presidente dell’Associazione
Nazionale Vittime delle Marocchinate, Emiliano Ciotti, ha reso nota la cooptazione
nel Gruppo di ricerca storica dell’ente del Dott. Pietro Cappellari di Nettuno.
L’organismo opera all’interno del sodalizio che perpetua il ricordo delle donne
e degli uomini che, nel 1943-1944, furono violentati e uccisi dalle truppe
alleate, in particolare dai coloniali inquadrati nel Corpo di Spedizione
francese.
Il Gruppo di ricerca
storica, coordinato dal presidente ANVM Emiliano Ciotti, è composto da: Cesare
Bruni, Avvocato, esperto di storia della seconda guerra mondiale; Pietro
Cappellari, scrittore, autore di numerosi testi storici, ha raccontato la
tragica vicenda di Giulia Tartaglia, la diciassettenne di Nettunia
stuprata ed assassinata da un soldato americano il 22 Febbraio 1944, e ha finalmente
fatto luce sugli stupri partigiani di Polino, su cui non esisteva memoria
storica né documentazione; Emiliano Ciotti, Presidente nazionale ANVM, autore
di un libro sulle marocchinate con particolare attenzione agli eventi nelle
province di Frosinone e Latina e nipote di Anastasio Gigli, il
quattordicenne barbaramente assassinato dai coloniali francesi; Massimo
Lucioli, profondo conoscitore delle vicende belliche lungo la Linea Gustav e
primo in Italia ad aver scritto un libro sulla vergogna delle marocchinate;
Silvano Olmi, giornalista e scrittore, autore di un volume che fotografa in
particolare il fenomeno delle violenze compiute dai magrebini francesi nelle
province di Viterbo, Siena e Grosseto.
«Il gruppo di ricerca storica opererà per riportare alla luce vicende
colpevolmente sepolte da oltre 75 anni – dichiara Emiliano Ciotti, Presidente
nazionale ANVM – e in futuro potrà essere
ampliato con l’ingresso di altri qualificati ricercatori. La Commissione di
studio presieduta dall’Avvocato Luciano Randazzo del Foro di Roma, invece, è
utilissima per approfondire gli aspetti giuridici dei crimini di guerra
compiuti contro la popolazione italiana da parte dei soldati alleati».
ANVM – Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate
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«Cappellari e Sulpizi sono una ricchezza per la città»
Nella splendida arena dell’antica Piazza
del Mercato di Nettuno, gremita in ogni ordine di posto, Sabato 10 Agosto 2019,
l’Accademia Delia ha consegnato il Tridente d’Oro alla Cultura Città di Anzio e
Nettuno, manifestazione – grazie alla Pro Loco di Nettuno – giunta alla sua
nona edizione, per un appuntamento unico del suo genere nel panorama
dell’Estate nettunese.
L’Accademia nasce nel 1608 a Padova su iniziativa
di Giovanni de Lazzara. Questi, con alcuni altri nobili patavini, volle
istituirla per dar vita ad un centro di cultura e di rinnovata cavalleria.
Cavalleria intesa sia in senso tradizionale che pratico. Tutto ciò per
mantenere le tradizioni equestri degli antichi Veneti, ma anche per
salvaguardare le eccellenze nelle Belle Arti.
Il 10 Agosto, a Nettuno, dettava i tempi
della premiazione il portavoce dell’Accademia Prof. Alberto Sulpizi, coadiuvato
dalla valletta “storica” Maria Raffaele, alla presenza del Presidente
territoriale Dott. Piero Cappellari, Docente in Storia contemporanea dell’Accademia,
ricercatore storico, con all’attivo diciotto saggi che ne fanno lo scrittore più
prolifico nella storia della città.
Il gruppo musicale “Estro” è stato premiato dal Consigliere Comunale Presidente della Commissione Lavori Pubblici Antonio Biccari con la seguente motivazione: “Dagli anni ’90 è una eccellenza musicale in fatto di cover dei Genesis, risultato di un lungo ed attento studio delle varie espressioni musicali del gruppo rock britannico. Attenzione focalizzata nei suoni e nei ritmi della produzione anni 70… lo studio e l’applicazione dei singoli musicisti li porta ad una perfetta ricerca dei suoni tanto da procurarsi strumenti analogici ed emulatori, tipici di quegli anni e necessari alla riproduzione delle atmosfere della musica dei Genesis. Massimo Metalli, il fondatore del gruppo a metà degli anni ‘70, alle tastiere; Giampiero Sparagna, basso 12 corde; Gianni Barbati, chitarra; Ugo Cosentino, batteria; Pino Vecchioni, batteria; Antonello Bitocchi, voce… e, dal 2008, anche la voce di Roberto D’Amore … semplicemente gli Estro”.
La manifestazione si è conclusa con il
saluto del Dott. Pietro Cappellari che ha inteso sottolineare l’importanza
della difesa della cultura nazionale davanti alle minacce della
globalizzazione, riaffermando i valori che sono della Tradizione. L’Accademia
Delia richiama il gonfalone della gloriosa Repubblica di Venezia. Repubblica di
Venezia vuol dire Civiltà e volontà di potenza, quelle forze che permisero alla
Città lagunare di estendere la sua influenza sul mondo, riaffermando – insieme
alla quinta Repubblica Marinara, quella di Ragusa – l’italianità dell’Istria e
della Dalmazia: «Valori che sono eterni e
che si ribadiscono oggi 10 Agosto, anniversario della morte nella Battaglia
delle Termopili del Re di Sparta Leonida e del sacrificio di Nazario Sauro,
impiccato dagli Austro-Ungarici nella guerra di redenzione della Patria, perché
l’Italia potesse raggiungere i suoi sacri confini ed avere un futuro di
grandezza nel quale consacrare il suo “primato” e la sua “missione” come
cantati dai profeti del Risorgimento nazionale».
Ultima sorpresa della serata è stata la
nomina del Prof. Alberto Sulpizi ad Accademico della Delia.
Al termine, il saluto del Vicesindaco di
Nettuno Alessandro Mauro che con le sue parole ha scaldato i cuori dei presenti:
«Cappellari e Sulpizi sono una ricchezza
per questa città».
Al prossimo anno, quindi, per la decima
edizione di un premio culturale che è così entrato nella storia di Nettuno.
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